Carlo Levi
nacque a Torino il 29 novembre 1902, da Ercole Levi e Annet-
ta Treves. Apparteneva ad una famiglia ebrea, molto in vista a Torino. Da parte
della madre, era nipote di Claudio Treves, socialista.
La sua formazione, perciò, può dirsi filtrata attraverso l’ebraismo e il socialismo
e, quindi, naturalmente portata a sentire il problema dell’uomo, della fratellanza
e della solidarietà internazionale. Questa vicinanza all’uomo e ai suoi bisogni,
unitamente ad una profonda “pietas” o “compassione”, nel senso etimologi-
co del termine, sarà la sua “lucanità”. Lucania, infatti, sarà per lui sinonimo di
umanità in assoluto, oltre il tempo e lo spazio. Non per nulla soleva dire che la
Lucania, matrice originaria e anima mundi, è in ognuno di noi. Compito dell’in-
tellettuale e dell’uomo giusto, calato nella storia, per l’appunto, rimane quello di
liberare l’uomo autentico, cioè, secondo una metafora a lui cara, il “contadino”
e la “Lucania” immanenti in ognuno di noi e troppo spesso vilipesi e calpestati.